ERICARTACEA

Amo lavorare la carta e non la considero un semplice supporto pratico: nelle mie opere la integro come elemento poetico, idealmente concependola anche come un pigmento. Osservando con attenzione le mie opere su tela, si può notare un'esecuzione segnata da una cura meticolosa e da una precisione intenzionale. Le strisce di carta, che arrotolo manualmente una per una, si compongono in vortici di vari spessori, aggiungendo tridimensionalità all'opera. Ogni fase del processo creativo in me intreccia una sensibilità pragmatica con una fantasia funzionale. Quella che è iniziata come una passione amatoriale ha visto, nelle mie tele, un’evoluzione dalla dimensione del passatempo a un impegno costante e serio. La carta, storicamente, ha rappresentato un canale essenziale per la diffusione di messaggi grafici e visivi, divenendo così accessibile a tutti. Con l’era digitale, sebbene il suo utilizzo sia persistito, la sua diffusione si è progressivamente ridotta. Mentre su scala globale il suo utilizzo sembra entrato in una regressione significativa e continua, io rimango fedele a essa, preservando e ampliando un legame che per me è indissolubile. La mia scelta di darle un ruolo prioritario non rappresenta solo un omaggio al passato, ma è espressione di un'inclinazione profondamente radicata, mai abbandonata.