FALLACIE ARTISTICHE
In my artistic practice, the primary goal is the integration of pre-existing elements, with unwavering dedication to my knowledge, which serves as the foundation of my creative process, aiming to evolve these elements, whenever possible, towards a form of implicit meaning that I perceive as uniquely my own. I am fully aware that a concept or object may already exist beyond my knowledge or awareness. In this regard, my work is far from immune to the risk of inadvertently reproducing something previously developed by others—a risk with which I am profoundly familiar. Aspiring to present a perspective as original simply because I have conceptually or graphically modified or reworked it, irrespective of the existence of similar precedents, is not in my nature. Such an approach, moreover, would likely appear unconvincing to those with expertise in the field. It is rather likely that, on multiple occasions, my creative endeavors represent a sort of confluence or collapse of ideas previously explored by others, ideas of which I remain entirely unaware. Additionally, there are ideas, beyond the more or less known, that may have never been made public or may have existed solely in the mind of an individual. From pre-existing ideas and my interpretation or synthesis of them emerges a personal reinterpretation that, at times, challenges the stability or stereotypical nature of what has already been seen. Within the framework of Artistic Fallacies, error is a deliberate choice and not merely a technical or conceptual flaw; I incorporate it into my work as an objective, not merely as an oversight. In my creations, errors are not a constraint but rather a meticulously developed, reasoned, and intentionally pursued resource.
The human brain tends to organize visual information into patterns, even when shapes are unclear, creating a perception of reality that builds meaning from incomplete forms. Thus, abstract art, despite lacking recognizable shapes or subjects, can feel realistic, as it evokes intrinsic images and sensations with coherence in the observer’s mind. Visual perception reveals how realism can emerge even without figurative detail: perception itself bridges the abstract and the real. Reality expands beyond the tangible into a realm where emotions, impressions, and archetypal ideas become true experiences without physical form. In this way, abstraction forms an alternative realism, capturing the invisible structure of reality an essential realism that speaks beyond forms, yet remains deeply realistic.
Tra i pochi oggetti che mi sono rimasti del mio principale amico artista scomparso da anni, c'è un cappello Borsalino macchiatosi accidentalmente di colori mentre lavorava. Era un accessorio che indossava spesso. Ora che lo conservo, va oltre la sua semplice funzione ed è un ponte emotivo; ricordo tangibile di una persona che nella vita ha saputo influenzarmi. Le nostre conversazioni sull'arte e sulla vita non avevano bisogno di premesse ed era come se avesse già visto e vissuto tutto. Agli schizzi di colore accidentali, ne ho aggiunti tanti io, volutamente. Era un elemento distintivo del suo stile personale. A volte uscivamo dallo studio per mangiare qualcosa o per comprare materiali per l'arte, e se lo dimenticava, tornava in studio a prenderlo, a prescindere da esigenze dettate dal meteo. Non lo indossava per coprirsi la testa, ma per scoprirsi e mostrare il suo stile. Voleva che gli altri glielo vedessero addosso.
Per anni ho frequentato l'osservatorio astronomico della mia città, per partecipare a centinaia di conferenze. Dopo ogni presentazione teorica, le luci venivano spente, permettendo ai nostri occhi di adattarsi adeguatamente all'osservazione del cielo e poter osservare attentamente gli astri, attraverso lo storico telescopio. L'interesse non si è limitato a quelle serate tra teoria e pratica, ma è proseguito spesso privatamente con lo studio grazie a libri e letture. Quella crescente conoscenza, l'ho poi integrata con il mio esprimermi in ambito grafico. Non si è trattato però semplicemente di ideare rappresentazioni figurative. Quando dipingo i corpi celesti, non cerco di riprodurre fedelmente la realtà visiva. Il mio intento è piuttosto quello di evocare in relazione ovviamente al percepire degli umani, il vuoto, l'assenza di vita e l'ostilità a livello vitale delle aree animate da ammassi di galassie che occupano dinamicamente l'universo. Nel realizzare queste tipologie di soggetti, mi concedo licenze grafiche, frutto della mia intuizione o del mio gradimento.
In questa mia serie, le immagini incorporano vari elementi che sono generalmente considerati errori. Sono intenzionalmente realizzate con sfocatura da movimento, sovraesposizione, contaminazione da rumore e avvolte in aberrazioni cromatiche. Tali difetti costituiscono l'essenza stessa della mia narrazione visiva. Ogni immagine è una meticolosa imperfezione. Ogni scatto è il risultato di un processo creativo in cui gli errori sono posti come caratteristiche distintive. L'utilizzo deliberato di distorsioni prospettiche, colori eccessivamente accentuati, ritagli intenzionalmente non convenzionali e altre anomalie, costituiscono il vero obiettivo di ciascuno dei miei propositi fotografici.
L'idea di nascondere sotto le pennellate una micro SD di memoria, mi è venuta realizzando il dipinto nell'immagine. Volevo rimanessero celate alcune informazioni riguardanti la grafica e la tecnica del dipinto stesso. Ma la prima SD l'ho nascosta in un dipinto realizzato successivamente, in attesa di informazioni precise sulla conservazione delle schede di memoria. Successivamente e per anni ne ho inserita una per ogni dipinto o scultura. La SD deve essere protetta da umidità, variazioni di temperatura e agenti chimici presenti nei pigmenti. Una soluzione è stata incapsularla in una resina epossidica e in altre occasioni ho utilizzato un materiale malleabile. Basta individuare o creare di proposito un punto del dipinto dove nascondere la scheda, senza comprometterne l'estetica, ad esempio un'area coperta da una pennellata densa.
Testi miei, nuovi o datati, scritti evitando quel fondo di austerità ed eccessiva serietà tipiche delle rubriche dedicate all'arte. Propongo contenuti prendendo un po' in giro gli artisti, i critici e pure me stesso, provando a rendere piacevole il tema arte anche per chi per tendenza non ne vuole sapere. L'arte comprende vari ambiti e professioni. Nei miei testi mi limito a scrivere di pittori e fotografi.
L'arte da osservare si è sviluppata attraverso un processo costante nei millenni. Durante la preistoria, l'essere umano ha raffigurato ciò che vedeva o immaginava di poter vedere, concentrandosi principalmente su figure umane, animali e simboli. Non esisteva una distinzione netta tra espressione estetica e funzione pratica e si trattava di tentativi di catturare la realtà o un'irrealtà ritenuta reale, includendo anche visioni non meglio identificabili. Con il trascorrere dei millenni, le rappresentazioni grafiche si sono perfezionate sul piano simbolico e narrativo, divenendo più marcatamente strumenti estetici, di culto, di potere, tecnici, di comunicazione, decorativi, di armonia, di ricerca dell’ideale, di psicologia del soggetto, di idealizzazione e di concetto in generale. Ma l'evoluzione è ovviamente frutto delle menti degli artisti. Certo, l'arte ha subito un’evoluzione nel suo aspetto, nei supporti, nelle figure e nelle sagome, ma in conseguenza diretta dei cambiamenti che hanno coinvolto i creatori. Da improvvisati grafici e artigiani, a veri e propri artisti, nel definire e ridefinire i confini o la deriva di ciò che vediamo in un'incisione rupestre o in un'opera. Dalle persone presumibilmente anonime dei millenni andati, si è arrivati a personalità distinte, note, che hanno prodotto opere spesso originali, oppure si sono adeguati a lavori stilisticamente orientate dalle richieste di committenti. Altri artisti ancora si sono defilati dalle scuole e dai canoni della loro epoca, esplorando vie autonome, generando non sempre reazioni positive e composte. All'oggi, l'artista ha assunto un ruolo estremamente poliedrico, forse in alcuni casi attraverso licenze eccessive. L'evoluzione tecnologica e il digitale stanno rivoluzionando l'era attuale, con mezzi artistici che stanno spalancando porte a una complessità sempre più ridotta e accessibile oramai a chiunque. Tramite un semplicissimo invito virtuale, "click here", è possibile diventare qualcuno. Il Clickherismo rappresenta l'ultima evoluzione dell'arte, ed è il primo movimento nella storia che potenzialmente non necessita nemmeno di un essere umano per realizzare l'opera. Ogni evento però deve essere contestualizzato, all'interno delle specifiche dinamiche culturali e temporali in cui è stato creato. Torna buona, mai come in questo caso, l'intramontabile attenuante.
Hilma af Klint ha rappresentato una delle figure più complesse nella storia dell’arte moderna. Pioniera dell’astrattismo, ha anticipato nel concetto e nelle raffigurazioni, artisti divenuti poi ben più noti di lei. Ma il suo lavoro, per sua stessa scelta, è rimasto a lungo nascosto agli occhi del mondo. Nonostante la sua competenza tecnica eccellente ed elaborata ha scelto di non mostrare una parte significativa della sua produzione artistica, che è rimasta effettivamente nell'oblio fino a vent’anni dopo la sua morte. Il ritardo da lei imposto è stato probabilmente dettato dalla sua convinzione che solo un pubblico più evoluto spiritualmente, avrebbe potuto interpretare correttamente i simboli e le geometrie presenti nelle sue creazioni. Le sue opere, cariche di simbolismo spirituale, si discostavano dalle tendenze dell’astrattismo emergente, e non rendere pubblico immediatamente il suo lavoro, le ha forse permesso di proteggere le sue creazioni dall'incomprensione critica e dal giudizio prematuro. Ma siamo nel campo delle supposizioni. In relazione alle informazioni consultabili, pare abbia ritenuto che il mondo non fosse ancora pronto a comprendere il suo messaggio. Le influenze che ha subito, che la hanno condotta a realizzare determinate opere, affondano le radici nella teosofia e nell'antroposofia, movimenti teoricamente volti a conciliare la scienza e la spiritualità. Lei stessa ha partecipato a sedute spiritiche e ha dichiarato di aver ricevuto messaggi da entità superiori che le hanno indicato la direzione della sua arte. E non è escluso che l'effettiva dose di improbabilità e inattendibilità di alcune sue convinzioni, estreme e poco credibili, abbiano convinto le persone dell'ambiente artistico a non darle il dovuto spazio. L'immagine a lato non presenta un'opera di Hilma Af Klint.
Gradirei ricevere eventuali segnalazioni riguardanti il materiale da me presentato, qualora venisse attribuito o descritto, online o altrove, con informazioni non corrispondenti a quelle da me indicate.
CLAUDIO FRANCHI - FALLACIE ARTISTICHE - Tutti i diritti riservati © 2008-2014